I LEVRIERI DA CORSA, VITTIME DI CRUDELTÀ

di Evi Mibelli

Un tipico allenamento di levrieri da corsa

I Greyhound, i grandi levrieri da corsa, ovvero una delle razze canine più abusate e sconosciute. Di questi meravigliosi animali si parla pochissimo, anche in quei paesi dove i cinodromi e le scommesse sulle corse dei cani sono legali e molto popolari, addirittura incentivate e promosse da una industria potente che propone questo ‘spettacolo’ come sano divertimento per famiglie e considera questi cani alla stregua di “macchine da corsa” da rottamare quando perdono competitività o si ‘rompono’. Chi li alleva li considera merce a consumo, l’abbattimento è prassi quotidiana per gli addetti ai lavori. Nessun sentimento, nessuna pietà. Nulla di nulla.

Il grande pubblico è all’oscuro di ciò che avviene nel backstage delle corse e dei cinodromi: ignora o semplicemente non si chiede quale sorte è riservata alle migliaia di levrieri che ogni anno vengono uccisi legalmente dopo aver vissuto una vita di sofferenze e prigionia. Guardando in profondità dentro questo mondo appare subito evidente che in nessun caso un cucciolo viene allevato perchè abbia un futuro fuori dalle piste.

L’Irlanda è uno dei maggiori ‘produttori’ di Greyhound, con un carico annuo pari a 40.000/50.000 cuccioli: un allevamento intensivo alla ricerca illusoria e spasmodica del campione che porterà soldi e gloria al fortunato proprietario/allevatore. Di questi cuccioli solo una metà ha speranza di arrivare ai cinodromi, perché gli ‘altri’ – i meno dotati – sono destinati alla morte ben prima dei 2 anni di vita.

Un levriero chiuso in gabbia

Dei levrieri che arrivano a correre in pista, almeno un terzo viene abbattuto a seguito di incidenti e infortuni durante gli allenamenti e le gare. I rimanenti hanno una speranza di vita tra i 2 e i 4 anni… poi anche per i “fortunati racer” la carriera termina in ogni caso con la soppressione. Definirli “fortunati” è un eufemismo perché i Greyhound trascorrono la loro miserabile e breve vita in piccolissimi box di cemento dai quali escono in funzione degli allenamenti e delle gare.

Intorno all’anno di età inizia il loro addestramento, una scuola durissima che nega qualsiasi libertà, anche quella di giocare: imparano solo ciò che serve per correre in pista, a seguire perfettamente al guinzaglio, a viaggiare nei kennel (canili), a essere manipolati. Vivono quasi ininterrottamente indossando la museruola che non viene tolta neppure durante i pasti – non perché aggressivi – ma perché non devono perdere concentrazione.

Cemento e museruola: questa è la loro vita che termina, quando il proprietario è compassionevole, con una iniezione letale. Molto più spesso vengono lasciati morire di fame e di sete, metodo considerato di gran lunga più “economico”; oppure vengono mutilati e abbandonati, ceduti per la sperimentazione o come donatori “totali” di sangue (ovvero gli viene sottratto completamente il sangue che ha caratteristiche particolari…), vengono venduti ai ristoranti asiatici o esportati per le piste in paesi come Spagna, Marocco, Asia dove finiscono i loro giorni in condizioni spaventose.

Abbiamo detto che sono cani poco conosciuti, spesso considerati “stupidi”. Non lo sono affatto. I Greyhound sono creature delicate nell’anima, gentili nei modi, dotati di una personalità poliedrica, con un carattere discreto e tuttavia “fermo”. Mai servili. Non chiedete a un levriero di riportarvi la pallina: lo farà una volta per dimostrare che ha compreso la vostra richiesta ma non si ripeterà. Vivono come ombre al fianco di coloro che ne diventano i fortunati proprietari. Mai invadenti. Mai. Potenti e robusti, a dispetto della loro estetica filiforme e malgrado le dimensioni sono perfetti compagni di casa, silenziosi e compassati. Adorano acciambellarsi su divani o su comodi cuscini e sonnecchiano per lunghe ore al giorno. E le loro esigenze di movimento sono esattamente le stesse di un qualsiasi altro cane.

Cuccioli di levriero

Non serve giardino e non servono ore di estenuanti passeggiate. La loro devozione è infinita: il contatto fisico, il sentire vicino il proprio compagno umano è per loro un regalo inestimabile, loro che mai hanno conosciuto attenzione o carezze. C’è chi da anni si occupa di rehoming dei levrieri ex racer, un impegno portato avanti con passione e determinazione, per dare una chance di salvezza a questi splendidi animali. Numeri piccoli rispetto al dramma che vede decine di migliaia di levrieri abbattuti senza pietà ogni anno, ma preziosissimi messaggeri di una “battaglia” che cerca finalmente di strappare il velo di silenzio che circonda la realtà dei levrieri e del mondo del racing. Adottando uno di questi animali se ne salvano due: quello che giungerà in una famiglia e quello che riuscirà a prendere il posto della salvezza in un rifugio.

Parafrasando Baudelaire “il Greyhound è quel nobile principe delle nuvole, che non si cura della tempesta e se la ride dell’arciere. Poi, in esilio sulla terra, con le sue ali da gigante non riesce a camminare”.

Alcuni video, particolarmente duri: video 1, video 2 e video 3.

(Da un’intervista a Lilian Mazzola – GACI Greyhound Adoption Center Italy)

Evi Mibelli è una giornalista attiva nella lotta per i diritti degli animali. Partecipa alle attività e alla gestione del sito della Fondazione Diritti Animali.

19 Comments

  1. Verena77 12/02/2012
    • carlotta1510 18/11/2012
  2. Luca 12/02/2012
  3. CLAUDIA 12/02/2012
  4. antonella 12/02/2012
  5. Nicola Pucci 12/02/2012
  6. Evi 12/02/2012
  7. Francesco 13/02/2012
  8. Giovanni Agnoloni 22/02/2012
  9. Good Bear 17/11/2012
  10. Evi 18/11/2012
  11. Laura 18/11/2012
  12. Filippo Soresi Bordini 19/12/2012
  13. evi 20/12/2012
  14. FILIPPO SORESI BORDINI 09/04/2013
  15. Evi Mibelli 09/04/2013
  16. Filippo Soresi Bordini 10/04/2013
  17. Evi Mibelli 10/04/2013
  18. FILIPPO SORESI BORDINI 10/04/2013

Leave a Reply

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.