di Giovanni Agnoloni
Il tema delle coincidenze significative (che nella psicologia junghiana vengono chiamate sincronicità) è estremamente affascinante. Da un punto di vista strettamente razionale, non significano nulla. Ma sono abituato a pensare che la razionalità sia una cosa fondamentale per definire e capire gli eventi che si svolgono su un piano strettamente causale, ovvero consequenziale. Le coincidenze, invece, come ben spiegato da Robert H. Hopcke in Nulla succede per caso (Mondadori) sono nessi di natura non causale, ovvero “semplici” concomitanze, rispetto a quello che stiamo facendo o pensando, di eventi stranamente corrispondenti o consonanti, che sembrano darci una conferma o un’indicazione.
La mia vita ne è farcita, per cui ci credo. Adotto sempre un approccio empirico alla conoscenza, almeno al di fuori degli ambiti di natura strettamente scientifica. La scienza spiega tanto, ma non tutto. Per il resto, esistono i canali intuitivi e sapienziali, che sono tramiti molto più potenti. D’altronde, neanche la geometria euclidea dimostra o definisce tutto, se è vero che si basa su postulati (norme prive di dimostrazione, tipo: “due rette parallele non hanno nessun punto in comune”) e concetti primitivi (come il punto e la retta, privi di definizione). Insomma, su cose che si prendono “per fede” (o, forse meglio, per “visione interiore”). Peraltro, la stessa filosofia cartesiana, alla base del moderno razionalismo occidentale, alla base ha “idee chiare e distinte“, che si colgono per pura intuizione di verità. Insomma, sono vere perché non possono che esserlo, perché è evidente che lo siano. E senza di esse nessun’altra dimostrazione avrebbe luogo.
Non starò a passare in rassegna le coincidenze della mia vita. Non la finirei più, e comunque le sincronicità sono fatti dal significato inequivocabile soltanto per chi li vive. Trascurabili, magari, invece, o al limite poco significativi, per gli altri. Risuonano principalmente con la persona coinvolta, anche se a volte sono così clamorose da non passare inosservate neanche a chi gli sta vicino. Conta soprattutto un punto: spiegarne in qualche modo – nei limiti del possibile – il “sapore”. Di cosa “sanno” le coincidenze?
Posso dire una cosa: quando si verificano, avverto una percezione di improvvisa apertura, come se si manifestasse o si allargasse una stanza interiore (no, non perché ho mangiato pesante e devo correre al bagno, credetemi). Le percezioni di ariosità, di comprensione e di conforto fanno praticamente tutt’uno. Si accede a un nuovo piano di comprensione, perché si capisce che il proprio cammino, indipendentemente da chiunque provi a interferirvi, adesso si srotola in una forma più fluida e accede a un nuovo stadio, proprio come nei giochini elettronici in cui si passa al livello successivo. La sensazione è liberante più o meno come quella di essere stati appena promossi e di avere davanti a sé un bel periodo di vacanza.
Io ho letto “le circostanze non esistono”, l’argomento è interessante, ma il libro è abbastanza leggero, un po’ troppo semplice più che semplicistico.
Mi piacerebbe approfondire Jung…ma non ho il coraggio! Comuqnue credo nella famosa mente collettiva, anche se un po’ così, col cuore, poco razionalmente.
Grazie per il tuo commento, Irene. Ti consiglio vivamente il libro di Hopcke che ho segnalato nell’articolo. Non sarà semplicissimo, ma è decisamente accessibile, e basato su casi concreti. Poi fammi sapere!
Può capitare che la “coincidenza” occulta si riveli, ma non per un episodio mentale e mostri qualcosa inspiegabile…
Mi è capitato di esaminare una foto di una scultura, dal nome La Meridiana Grande, opera di Renato Ausenda di Bajardo (IM), che in apparenza non rivelava nulla di strano.
Però a chi è ben disposto al disegno geometrico come me, non è sfuggito qualcosa di straordinario che non può essere preordinato dal fotografo prima di fare lo scatto.
Si tratta di un chiaro caso di sincronicità junghiana.
In merito ho scritto un articolo rintracciabile a questo link: https://www.spaziofatato.net/wp-content/uploads/2019/02/Meridiana-grande.pdf. Ho esaminato anche molti altri casi di fotografie altrettanto inspiegabili.
Se interessa pubblicare l’articolo suddetto, è libero di farlo.
Cordialità,
Gaetano Barbella