“I DIRITTI DELLA NATURA”, DI CORMAC CULLINAN, SECONDO DAVIDE SAPIENZA

Testo introduttivo e intervista di Giovanni Agnoloni

Un volume prezioso, I diritti della natura – Wild Law di Cormac Cullinan (ed. Piano B), avvocato sudafricano promotore del riconoscimento internazionale dei Diritti della Madre Terra. Una battaglia fondamentale per preservare gli equilibri ambientali del nostro pianeta, già notevolmente compromessi; e che presuppone la consapevolezza dell’inadeguatezza di un impianto di regole come quello oggi in larga parte prevalente nel mondo, per cui le specie diverse dal’uomo – e la Natura in genere – non hanno soggettività giuridica, cioè non sono soggetti di diritti.

Il passaggio a una visione “olistica”, dove l’uomo non sia più l’unico soggetto attivo, ma sia compartecipe di un patrimonio comune, ha però già conosciuto delle tappe fondamentali, come il riconoscimento dei Diritti della Madre Terra nella Costituzione dell’Ecuador e la Dichiarazione Universale dei Diritti della Madre Terra, presentata all’Assemblea Generale dell’ONU e preparata in gran parte da Cullinan.

Questa è sì, dunque, l’opera di un tecnico del diritto, ma anche di un uomo di grande sensibilità, che osserva i problemi e prospetta soluzioni alla luce di una forte passione e di uno spiccato senso estetico, cioè dell’amore per la Bellezza del mondo nei suoi equilibri naturali.

Tratti comuni anche al traduttore italiano del libro, lo scrittore Davide Sapienza, che ho avuto il piacere di intervistare.

I Diritti della Natura è l’opera di un avvocato, che ripetutamente sottolinea quanto sia fondamentale, per cambiare il nostro rapporto col pianeta, una rivoluzione delle categorie giuridiche. Quanto questo progetto si sta attuando?

Cormac Cullinan e tutti, alla Global Alliance for the Rights of Nature stanno cercando di lavorare non solo sugli aspetti della Giurisprudenza Universale – quella che prevede pari diritti per tutte le componenti della Comunità Terra (si legga, “I Diritti della Natura.Wild Law”, Piano B Edizioni, 2012, di Cormac Cullinan) e che cambia completamente direzione rispetto al paradigma legislativo attuale. Tutti coloro che lavorano per inserire articoli di legge in grado di non sottoscrivere la misurazione del livello di abuso (una sorta di antidoping amministrativo, che alla lunga però non promuove comportamenti virtuosi, ma limita comportamenti dannosi: dunque, non incoraggia un vero cambiamento culturale radicale), lavorano in questa direzione: il CELDF negli USA e altri studi legali, come quello di Cullinan, operano in questa direzione. Il nostro professor Lenzerini, dell’Università di Siena, ha lavorato ai Diritti dei Popoli Indigeni e ha constatato come la Corte Interamericana sia stata, sinora, la più efficace in questa direzione. Il professor Pelizzon, che da anni vive e insegna in Australia, lavora ai Diritti dei Popoli Indigeni, collabora con Cullinan, e opera in questa direzione. Vandana Shiva, che si occupa della liberazione dei semi dalla dittatura delle multinazionali, opera in questa direzione. In Italia, in meno di un anno, a Bergamo siamo riusciti a fare nascere l’Osservatorio Diritti della Natura Bergamo, con l’obbiettivo di diventare soggetto politico, propositivo di nuove regole legislative.

– Parlaci della serie di incontri e conferenze cui hai partecipato in giro per l’Italia sul tema del Diritti della Madre Terra. Che impressioni ne hai ricavato? Sono in programma nuove iniziative simili?

È stato un anno travolgente, per me. Questo “impegno politico” ha molto a che fare coi contenuti del mio lavoro di scrittore (peraltro, il riconoscimento Greenaccord Sentinella del Creato 2012, va in questa direzione): ovviamente, sono un divulgatore e insieme a Paolo Locatelli, Francesca Mancini e Michil Costa in Val Badia, nei tanti incontri che abbiamo fatto abbiamo anche potuto constatare un grande interesse. Sono stati momenti indimenticabili, abbiamo sempre coinvolto personaggi provenienti da settori diversi, dal geografo esploratore Franco Michieli, al Parco Adamello, all’artista argentina di origine Guaranì, Candelaria Romero, a Fino del Monte, dove abbiamo lavorato affiancandoci al suo spettacolo “Pachamama”, passando per la prima conferenza internazionale sui Diritti della Natura da me coordinata, con Francesca Mancini, Thomas Linzey e Mari Margil del CELDF, a fine marzo, ad Alzano Lombardo, è stato davvero incredibile vedere accadere tutto questo, incontrando migliaia di persone, associazioni, gruppi. L’impressione è che stia accadendo qualcosa di importante. Progetti ne abbiamo, anche con le scuole. Stiamo lavorandoci e annunceremo su www.dirittidellanaturaitalia.it quello che faremo.

Cormac Cullinan (da enviropaedia.com)

– Una frase, non di Cullinan, ma di Thomas Berry (cit. da pag 137) mi ha colpito in modo particolare: quella per cui la dimensione naturale è necessaria anche “per procurarsi la meraviglia necessaria all’intelligenza, la bellezza necessaria all’immaginazione e l’intimità necessaria alle emozioni dell’uomo”. Come si fa a far cambiare una mentalità collettiva in cui questi valori, di fatto, contano poco o nulla?

Questa frase, che sono felice tu abbia sottolineato, riassume il perché del mio coinvolgimento: io credo che si debba recuperare il cuore, l’anima, lo spirito, il sentimento. Non è possibile pensare che un essere umano comprenda appieno la propria appartenenza alla Comunità Terra, le proprie relazioni con l’ecosistema – con i fiumi, le montagne, gli animali, gli alberi – se quello stesso essere umano non sa neanche più meravigliarsi. Ho riscontrato che tanti “tecnici”, con molte doti, hanno però un attitudine troppo asettica. Oggi, invece, le persone chiedono di metterci in gioco. Abbiamo bisogno di essere più primitivi: dobbiamo recuperare il senso di appartenenza istintivo, dobbiamo elaborarlo, dobbiamo sospingerlo come una piccola fragile ma meravigliosa imbarcazione nel grande mare tumultuoso verso coloro che sono rimasti isolati su piccoli speroni rocciosi destinati a essere sommersi dalla negatività e dalla morte dell’amore e della gratitudine, per aiutarli a redimersi e a essere alleati della Madre Terra. Come dice Vandana, dobbiamo fare la pace con la Terra. Prima che sia troppo tardi, perché non ereditiamo la Terra dai nostri predecessori, ma la prendiamo a prestito dai nostri discendenti. Lo diceva anche la Genesi nei primi capitoli: l’uomo è un custode. Un custode prezioso, ma non un padrone, del Creato.

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