“NON DATEVI PACE. NAPOLI NEL TEATRO DI MARIO GELARDI”

di Marcello Manuali

Non datevi pace. Napoli nel teatro di Mario Gelardi (MTTMedizioni, 210 pagine, € 25,00) è il racconto di cinque spettacoli che hanno segnato la scena teatrale di questi ultimi anni: Quattro, Gomorra, Santos, 12 baci sulla bocca e La città di fuori/La città di dentro. Ma è anche, e soprattutto, il racconto di una città e delle sue innumerevoli anime, della sua geografia criminale, di Forcella e di Nisida, di Scampia e della Sanità, dei morti ammazzati, delle guerre di camorra, della terra dei fuochi

non datevi paceErano sparite le quinte. Non c’era più la fine del palcoscenico. Era diventato un tutt’uno. E la gente lo capiva.” scrive Ivan Castiglione di Gomorra. E i due racconti si intersecano, si sostituiscono: quello che si rappresenta in teatro, sulla scena, nei cinque spettacoli, è esattamente quello che, in quello stesso momento, sta accadendo in strada, nella città, con le medesime dinamiche, come raramente accade, e questo fa di quegli spettacoli altrettanti irripetibili momenti di “verità”. Il teatro, allora, era esattamente al centro della polis come forse non era mai stato prima.

In Non datevi pace Mario Gelardi tratteggia, capitolo dopo capitolo, la “sua” Napoli, quella che ha scritto come drammaturgo e che ha messo in scena come regista, dal 2005 al 2013. È un racconto a più voci in cui, a quella di Mario, si affiancano di volta in volta quelle dei suoi compagni di viaggio. Quella di Roberto Saviano, in primis, con cui Mario ha dato vita all’epopea di Gomorra e che ha segnato l’incipit di una nuova fase di rinascimento civile a Napoli. Quella dello scrittore Angelo Petrella, autore de La città perfetta, dalla cui penna esce la skyline di una Napoli 2.0, deformata, feroce. Quella del giornalista Arnaldo Capezzuto, uno degli autori de Il Casalese (biografia di Nicola Cosentino), che con le sue cronache nere azzera ogni sia pur minimo accenno di speranza. Quelle, infine, degli attori sulla scena: Giuseppe Miale di Mauro, Ivan Castiglione, Adriano Pantaleo, Francesco Di Leva, Ernesto Mahieux, Giuseppe Gaudino, Andrea Vellotti.

Il volume si arricchisce, inoltre, di una amplissima documentazione fotografica, in bianco e nero, che racconta gli spettacoli come e meglio delle parole scritte, firmata da Carmine Luino, Marco Ghidelli, Massimo Capodanno e Pino Miraglia.

Non datevi pace è la battuta conclusiva di Gomorra, affidata al personaggio di Roberto Saviano. Incarna con icastica forza lo spirito di “resistenza” e di “sopravvivenza”, di “speranza”, che anima il volume e che crediamo sia oggi più che mai attuale, non solo a Napoli.

Io vengo da dove s’imparano due cose, a sputare in faccia alla morte e alla paura e che vita e morte sono la stessa cosa. Io ho imparato a risparmiare la saliva e che vita e morte non sono la stessa cosa. Fino al termine di questa notte io proseguirò questo viaggio. Non datevi pace.” (Gomorra)

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