di Nicola Pucci
Tempo di sorteggi, per il calcio d’Europa. A Nyon, terra elvetica, Champions ed Europa League hanno definito gli accoppiamenti di ottavi e sedicesimi di finale che a primavera lanceranno la rincorsa ai trofei più ambiti. Avremo buone credenziali da presentare all’appello, Juventus e Milan nella manifestazione regina, Inter, Lazio e Napoli nella vecchia, cara Coppa Uefa.
Quindi, sorteggio, ed allora spazio ad un po’ di previsioni, non costa nulla e magari è pure divertente.
In Champions apriamo con Barcellona-Milan, ripetizione dello scontro che dodici mesi orsono infiammò i cuori rossoneri ma finì col promuovere l’armata catalana. Quest’anno la sfida appare ancor più sbilanciata dalla parte di Messi & compagni, boh, direi Barcellona 80%-Milan 20%. Troppo pessimista?
Juventus-Celtic. I bianconeri potrebbero vestire i panni della mina vagante del torneo, hanno schiantato il Chelsea – hai detto poco -, faccio fatica a vederli out con gli scozzesi. Che sono però bravi a barricarsi e ripartire di rimessa: chiedere informazioni al Barcellona, se non ci credete. Juventus 65%-Celtic 35%.
Manchester United-Real Madrid. Varrebbe una finale e pure di lusso, ma l’urna svizzera è stata beffarda e mette a confronto due grandi favorite fin dagli ottavi. Il Manchester United comanda in Premier, il Real e Cristiano Ronaldo soffrono e sbuffano in Liga. Ma la Champions è la Champions e i valori si equivalgono, sarà battaglia, di quelle epiche. Manchester United 50%-Real Madrid 50%.
Paris Saint Germain-Valencia. Ibra e Carletto Ancelotti vorrebbero riportare la coppa con le grandi orecchie in Francia. Bella sfida. E bella sfida al Valencia, per surrogare un’ambizione giovane ma che può portar lontano. Occhio però: gli spagnoli sono ostici e possono far male al Mestalla. PSG 55%-Valencia 45%.
Borussia Dortmund-Shakhtar Donets. Azzardo una considerazione tecnica: con Juventus e Fiorentina giocano il più bel calcio d’Europa. La solidità teutonica e la freschezza atletica dei tedeschi contro la qualità tecnica di William e l’esperienza di quel vecchio lupo di Lucescu. Borussia 50%-Shakhtar 50%.
Bayern Monaco-Arsenal. L’armata bavarese insegue il trofeo più ambito dopo lo smacco col Chelsea, l’Arsenal ha un volto nuovo ma appare in deciso calo rispetto al passato recente. Bel match comunque. Bayern 65%-Arsenal 35%.
Porto-Malaga. Esperienza e blasone contro novità e audacia. I portoghesi a questi livelli ci son sempre e si faranno rispettare, Pellegrini e i suoi ragazzi sono una piacevole new-entry nelle sfere alte del calcio che conta. Ma spingono forte. Sorpresa? Porto 55%-Malaga 45%.
Schalke 04-Galatasaray. Terim è qui per il rotto della cuffia e si avvarrà del sostegno dei tanti turchi che popolano la Germania. Basterà? Ho qualche dubbio, lo Schalke ha buona valenza tecnica e si lascia preferire. Schalke 60%-Galatasaray 40%.
In Europa League le italiane troveranno avversarie abbordabili ma da non sottovalutare. I rumeni del Cluj reduci dalla Champions per l’Inter, il Viktoria Pilzen per il Napoli, soprattutto il Borussia Monchengladbach, dall’antico splendore anni Settanta, per la Lazio. Potrebbero farcela in blocco, dopodichè…grandi avversarie, Chelsea, Liverpool, Atletico Madrid, Ajax, Lione, Tottenham, Bayer Leverkusen, Dinamo Kiev, Benfica. Sicuri che l’Europa League valga meno della Champions? Buon calcio a tutti.

Giornalista pubblicista e web writer. Da sempre lo sport è la sua prima, grande passione. Non solo calcio, ma anche tennis, golf e motori.
L’amore per la scrittura lo porta poi verso tutti gli altri territori.
Vince la Juve…ad occhi chiusi…
A grandi linee sono d’accordo con le percentuali proposte da Nicola Pucci.
A bocce ferme, il Milan sembra spacciato e l’unico motivo di conforto a cui possono attingere i tifosi rossoneri risiede nel fatto che una sfida sul doppio confronto talora si conclude in modo difforme da quelli che sono i reali valori in campo (motivo per il quale il campionato rimane la vera cartina di tornasole dell’entità delle forze in gioco).
Valori il cui gap, nel caso di Barcellona e Milan, è aumentato, il che dovrebbe suggerire perlomeno due riflessioni.
La prima è che forse la pratica di incensare Pep Guardiola era immotivata e fuori luogo, visto che i blaugrana vincevano prima che lui li allenasse (vinsero la Champions League nel 2006, quando alla guida c’era Frank Raijkaard) e sta vincendo adesso (conduce la Liga con ampio margine sugli inseguitori).
La seconda riguarda il calcio italiano, sempre più ai margini dell’elite di questo sport, con la transumanza dei campioni verso altri lidi e un movimento schiacciato dalla fine del mecenatismo e dal fair-play finanziario. Rimanendo a Barcellona-Milan, se rispetto all’anno scorso la forbice si è allargata è soprattutto perché in luogo di Nesta e Thiago Silva ora ci sono Acerbi e Yepes, roba da terzo mondo calcistico, o (quando va bene) Mexes, che comunque non ha mai raggiunto i fasti di Roma.
Più in generale, nell’ultimo anno e mezzo il Milan ha perso giocatori del calibro di Nesta, Thiago Silva, Zambrotta, Seedorf, Gattuso, Ibrahimovic, Inzaghi, Pato (che passerà a gennaio al Corinthias) e forse Robinho. Non è una situazione isolata, se si pensa che nello stesso lasso di tempo l’Inter ha dovuto salutare Julio Cesar, Cordoba, Lucio, Maicon, Thiago Motta, Eto’o, Sneijder (ormai con le valige pronte) e che Milito è sul giro d’aria.
L’unica grande che tiene botta sul fronte del mercato è la Juve, che peraltro ha avuto un’urna piuttosto benevola.
Siamo arrivati ad un punto in cui l’obiettivo realistico per una squadra italiana in Champions è costituito dagli ottavi, e quello che arriva in più è grasso che cola.
Per questo il nostro movimento dovrebbe riconsiderare seriamente il proprio impegno in Europa League, anche per una questione di ranking, visto che siamo stati superati dalla Germania e presto potrebbe superarci anche il Portogallo.
A tal proposito, trovo molto ipocrite le lamentele della Lega nei riguardi delle squadre italiane che “snobbano” l’impegno, perché è proprio la Lega che non aiuta per nulla le nostre compagini a fare bella figura in quella competizione, mancando di stabilire il monday night per ogni squadra impegnata in Europa il giovedì, analogamente a quello che si fa per aiutare le squadre alle prese con la Champions.
E a proposito dell’Europa League, l’Inter è attesa da un calendario difficile. Il Cluji (squadra che da anni bazzica nell’Europa che conta di più) ai sedicesimi, poi Lione o Totthenam agli ottavi.
Insomma, non sarà facile portare in Italia un trofeo che con la nuova denominazione non è stato mai conquistato da una squadra nostrana, e che come Coppa Uefa è stato vinto per l’ultima volta da una formazione del belpaese nel lontano 1998, dall’Inter di Ronaldo, Zamorano e Djorkaeff.